La serie sugli 883 e la chiave del successo per la corsa
La serie degli 883 è una delle più belle degli ultimi anni
In un’epoca in cui le piattaforme streaming ci bombardano di contenuti, emerge una gemma inaspettata: “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883“. Questa serie Sky Original, prodotta in collaborazione con Groenlandia, si rivela molto più di un semplice tributo nostalgico. È un inno alla perseveranza, al coraggio di sognare e alla magia degli anni ’90, offrendo preziose lezioni non solo per gli appassionati di musica, ma anche per chi corre e insegue i propri obiettivi con determinazione.
Sicuramente sono coinvolto dalla serie grazie al fatto che sono stato adolescente negli anni 90. Non sono mai stato fan degli 883, ma credo di conoscere almeno 60 canzoni e li ho sempre apprezzati. Ricordo bene quando uscì “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” e, per quanto ragazzino delle medie, pensai che gli 883 fossero uno dei fenomeni del momento, che come arrivano, scompaiono (quanti oggi dei primi anni 90 non ci sono più?) e invece vedendo la serie, oltre a provando una forte identificazione nei personaggi, non tanto nella loro storia specifica, ma in tanti altri aspetti, ho capito perché oggi gli 883 riempiono San Siro o riempiranno ancora Imola nel 2025.
Ma che voi siate o non siate fan di Max Pezzali e della figura rivalutata da questa serie di Mauro Repetto, questa serie non potrà non conquistarvi. Se avete figli adolescenti, provate a fargliela vedere, probabilmente capiranno qualcosa di più di voi.
Un Viaggio nel Tempo
Per chi ha vissuto la propria adolescenza negli anni ’90, questa serie è come aprire un baule pieno di ricordi. L’atmosfera, la musica, persino i dettagli più minuti – come l’uso dei gettoni per telefonare o delle musicassette per registrare – ci catapultano in un’epoca che sembra lontana anni luce, eppure così vicina al cuore. Basti pensare ai momenti in cui uno smartphone sarebbe servito (spoiler terza puntata sulla mattina della maturità) eppure una soluzione si è trovata comunque. Oppure alla stessa storia di come gli 883 diventano famosi, portando una cassettina. Oggi prima conquisti 200mila follower, poi provi a sfondare e se non hai follower, non ti considerano nemmeno.
Attenzione: ieri non è meglio di oggi, ci sono fatiche diverse. Una volta raggiungere Cecchetto era un lavoro “fisico”, oggi sgomiti on line con altri 1.000 che vogliono fare la stessa cosa che vorresti fare tu. C’è però un punto in comune, che è anche il punto comune con la corsa. Unire passione, lavoro e divertimento. La chiave per provare ad avere successo (qualunque significato abbia per voi) è proprio questa.
La Rivincita degli Underdog
Al centro di questa storia troviamo Max Pezzali e Mauro Repetto, interpretati magistralmente da Elia Nuzzolo e Oscar Maria Giuggioli. La loro è la quintessenza della storia dell’underdog: due ragazzi di provincia, apparentemente insignificanti, che si trasformano in icone di una generazione.
All’inizio del loro percorso, Max e Mauro non avevano nulla che facesse presagire il loro futuro successo. Non erano musicisti provetti, non provenivano da famiglie influenti nel mondo dello spettacolo, e la loro Pavia era lontana anni luce dai riflettori di Milano o Roma. Eppure, proprio questa loro ordinarietà si è rivelata la chiave del loro straordinario successo.
La serie ci mostra come i due ragazzi, armati solo di una passione incontenibile e di un’audacia che sfiora l’incoscienza, abbiano sfidato ogni probabilità. Li vediamo arrancare con le prime composizioni, lottare con le limitazioni tecniche, e affrontare il muro apparentemente invalicabile dell’industria musicale. Ma è proprio in questi momenti di difficoltà che emerge la vera essenza della storia degli underdog.
Due ragazzi diversi che si completano come difficilmente un duo riesce a fare, un’alchimia che poi forse li porterà a “scoppiare”.
Max e Mauro non si sono lasciati scoraggiare dai rifiuti o dalle porte chiuse. Hanno trasformato la loro inesperienza in un punto di forza, creando un sound e uno stile unici che parlavano direttamente al cuore dei loro coetanei. La loro autenticità, la capacità di raccontare storie di vita quotidiana con ironia e sentimento, ha fatto breccia in un pubblico che si è riconosciuto in loro.
La serie cattura magnificamente questa trasformazione, mostrandoci come, passo dopo passo, canzone dopo canzone, Max e Mauro abbiano conquistato prima la loro città, poi la regione, e infine l’intero paese. Il loro successo non è stato un colpo di fortuna, ma il risultato di una determinazione incrollabile, della volontà di rialzarsi dopo ogni caduta, e della capacità di rimanere fedeli a se stessi anche di fronte al crescente successo.
La storia degli 883 ci ricorda che i veri underdog non sono solo quelli che partono svantaggiati, ma coloro che, nonostante tutto, non smettono mai di credere in se stessi e nei propri sogni. È un messaggio potente che risuona non solo con gli aspiranti musicisti, ma con chiunque si senta outsider nella propria vita o nella propria carriera. Ci insegna che con passione, perseveranza e un pizzico di follia, anche i sogni più improbabili possono diventare realtà.
Lezioni di vita per chi corre… e non solo
La storia degli 883, così come raccontata in questa serie, offre preziose lezioni che risuonano particolarmente con chi pratica la corsa, ma si applicano a chiunque insegua un sogno:
- Crederci: Come un corridore che si prepara per una maratona, Max e Mauro credono nel loro progetto quando nessun altro lo fa. È questa fede incrollabile che li spinge avanti nei momenti più bui.
- Buttarsi: Proprio come un runner che affronta una nuova distanza, i due protagonisti non aspettano di essere “pronti”. Si lanciano, imparano strada facendo, commettono errori ma non si fermano mai.
- Applicarsi con Passione: Dietro il loro successo apparentemente improvviso, c’è un lavoro instancabile. Come gli allenamenti quotidiani di un corridore, le ore passate a scrivere, comporre e provare nella tavernetta sono il fondamento del loro trionfo.
- Divertirsi: Nonostante le sfide, Max e Mauro non perdono mai di vista il divertimento. È questa gioia contagiosa, simile all’euforia di un runner dopo una bella corsa, che traspare nelle loro canzoni e conquista il pubblico.
Un Capolavoro di Narrazione
Sydney Sibilia, alla sua prima serie TV, dimostra una maestria narrativa eccezionale. La scrittura, affidata a un team talentuoso (Francesco Agostini, Chiara Laudani e Giorgio Nerone), bilancia perfettamente umorismo e profondità emotiva.
La serie non si limita a raccontare l’ascesa degli 883, ma dipinge un affresco vivido degli anni ’90. Camei di personaggi destinati a diventare icone – da Maria De Filippi a Jovanotti, passando per Fiorello – arricchiscono la narrazione senza mai distrarci dal cuore della storia.
Non perderti la serie “Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883”
“Hanno ucciso l’Uomo Ragno – La leggendaria storia degli 883” è molto più di una serie TV. È un promemoria che i sogni, per quanto improbabili possano sembrare, sono alla portata di chi ha il coraggio di perseguirli. Come una maratona che sembra impossibile finché non si taglia il traguardo, questa storia ci invita a credere in noi stessi, a metterci in gioco e a non perdere mai la gioia nel processo.
Per chi corre, per chi insegue un sogno, per chi semplicemente ama una buona storia: questa serie è un must. Ci ricorda che, talvolta, sono proprio gli underdog a riscrivere le regole del gioco, sia sulla pista che nella vita.
Simone Cellini
Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico
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