La mia Maratona un viaggio iniziato il 16 maggio 2017
Una Maratona non inizia mai il giorno della partenza, ma inizia molto prima. Inizia quando decidi di correrla, quando ti iscrivi, quando ti succede qualcosa e ti riprometti di correrla. Forse inizia la prima volta che esci a correre nella tua vita per metterti in forma, pensando che la corsa non faccia per te, ma è una tassa che devi pagare e poi dopo ti rendi conto che non ne puoi più fare a meno.
La mia è iniziata quando ho fatto un piccolo intervento al ginocchio, che doveva riportarmi a correre in poche settimane e invece sono passati più di 10 mesi, ma in realtà non ho corso con continuità (e comunque con problemi) fino a fine agosto.
Un viaggio che è finito con la foto che vedete qui sopra, che non ha bisogno di parole. Un viaggio unico che ho condiviso con mia moglie (grazie), i runner che alleno e le loro famiglie, con cui abbiamo vissuto insieme il weekend della maratona e che ringrazio per la simpatia, la presenza, la passione contagiosa.
Un viaggio per cui ringrazio tutti quelli che mi sono stati vicino, non solo chi era con me, ma chi lo ha seguito incoraggiandomi anche con un semplice commento sui social. Ringrazio i runner che non conoscevo, che seguono Runner 451 e sono venuti a salutarmi quando ci siamo incontrati per Firenze o addirittura chi lo ha fatto mentre stavamo correndo la gara. Grazie Ragazzi con un piccolo gesto mi avete dato la forza nei momenti più duri.
Un viaggio unico, complicato, dove la preparazione non era sufficiente, anche se le sensazioni di gara ad un certo punto mi hanno fatto pensare diversamente, fino all’infortunio.
Ora vi porto con me nelle strade di Firenze
La gara
Arrivati poco dopo le 7 alla consegna sacche, accompagnati dalla pioggia, che non ci avrebbe più lasciati durante tutta la mattina, il clima è positivo. Emozionati, infreddoliti, impazienti. Nel buio che va il numero dei runner inizia a crescere. Chi non sa dove andare, chi si gode il momento in silenzio, chi in fila ai bagni.
Il gruppetto Runner 451 resta insieme quasi fino alla fine, per poi ognuno prendere la propria griglia. Io attendo alla partenza insieme a Cristiano e Alessandro con cui avrei condiviso la prima parte della gara.
Il tempo non passa più e la pioggia non smette di scendere. Riscaldamento impossibile se non piccoli movimenti sul posto, ma ci sarebbe voluto ben altro. Sono le 08:30 intuiamo che dovrebbe essere stato dato il via, quasi nove minuti dopo ci ritroviamo a passare sullo start. Primi km la concentrazione verteva nel scaldarsi, cercare di tenere un ritmo costante ed evitare le grandi pozzanghere create dal grosso lastricato dello splendido centro fiorentino. Impossibile, dopo pochi minuti ho le scarpe che pesano il doppio. Nota positiva lo spazio per tenere un passo costante si è trovato in fretta, non scontato in una maratona di 9000 persone. I primi km volano via bene, bagnati, appesantiti, ma sereni.
Arrivati alla zona delle Cascine qualcuno ha aperto la doccia, la pioggia si è fatta molto più insistente, importante.
13° km Davide Astori
Momento emozionante al 13° km, dove l’applauso a Davide Astori è d’obbligo. Inizio a sentire i quadricipiti pesanti, un po’ per il grip più complicato, un po’ più per l’acqua e un riscaldamento non fatto. Scelgo quindi un cambio di ritmo, di una decina di secondi a km. Era da tempo che non sentivo una corsa così positiva, la cosa mi regala un sorriso pensando che avevo fatto bene lo scarico dopo il lunghissimo del 6 novembre. So che non mi ero allenato abbastanza e che non ho abbastanza km nelle gambe, ma che non avrei potuto fare di più, considerando che il 1 settembre avevo 8 km scarsi nelle gambe. Ma non ci penso, anzi dando un’occhiata all’orologio e sentendo come stavo inizio a pensare ad una cosa abbastanza improbabile, di stare sotto le 4 ore. Speranza persa dopo qualche km.
20° Km gli Uffizi
Al rientro nel centro di Firenze, punti di gara splendidi. La condizione sta crescendo, sento le gambe più leggere e agili e spingo sempre di più, nonostante il pavimento scivoloso e i leggeri cambi di pendenza. Al 5° km sono passato 6.240, al 10° km 6084, al 15° 5.844 e alla mezza, nonostante quello che mi stava per accadere, 5.772. (sono posizioni assolute che utilizzo solo come benchmark, ma che non hanno senso, come non avrebbero quelle di categorie, visto il numero alto).
Siamo sul Ponte Vecchio, sarà anche per il busto del mio avo Cellini, sono in trance agonistica, si vede anche dalla foto, sento il profumo di una giornata davvero speciale.
|
Ponte Vecchio |
Eccoci al ristoro subito dopo il 20° km, rallento per prendere un bicchiere d’acqua e aprirmi un gel, qualche passo di cammino per finire la bustina del gel, butto il bicchiere, riparto e sento una forte puntura nell’adduttore destro. Contrattura, distrazione, stiramento. Non lo so. Non riesco a correre. Non so quanto tempo sia passato, mi sembra un’infinità, ma forse solo un minuto, in cui mi è salita una fortissima disperazione, in cui vedi passarti davanti tutta la preparazione, la fatica, un pugno secco. Mi fermo, provo ad allungare il muscolo, sperando fosse solo una piccola contrattura. Niente. Provo a correre. Niente. Mi fermo contro il muretto del Lungo Arno, e con i pollici, affondando con violenza, provo a massaggiare la parte. Riesco a ripartire, ma con grande dolore. Mi rifermo un paio di volte ancora tra il 20° e 22°, dove riesco a vedere mia moglie e a dirle in un secondo non so bene cosa, ma che avevo male. Ad ogni sosta massaggio e allungamento. Stringo i denti e mi dico “ci provo”, se devo mollare lo faccio strisciando. Riparto, il dolore c’è, ma piano piano si attenua. Resta ma ora riesco a correre. Un lungo rettilineo verso il 25° km e riprendo coraggio, non ho un movimento fluido, ma vado. Addirittura il 24 e 25° km saranno tra i più veloci di tutta la gara a 5’31”. Non posso crederci, basta ora lo so, in qualche modo arriverò, non mi può fermare più niente.
Infatti al 25°, nonostante lo stop passo al 5.713 e al 30° in posizione 5.547.
|
Piazza Santa Croce stavo provando a ripartire |
33° Km
L’importanza dei lunghissimi e e dei km settimanali si sente quando superi i km del lungo più lungo che hai fatto. Il lunghissimo del 6 novembre era di 32,4 km. Al 33° il conto è qui che mi aspetta, insieme all’adduttore che torna a bussare. Entriamo nella pista dello stadio, inzuppata che sembra di correre su una spugna ed ecco un ponte prima del 35°, che decido di camminare, per paura di peggiorare la situazione muscolare. Al 35° km bevo con calma, prendo ultimo gel, recupero concentrazione per tuffarmi nel centro della città.
Cupola di Brunelleschi, mi sembra che siamo 38°, non mi vergogno di dire che mi commuovo, perché se prima sapevo che ce l’avrei fatta, ora ne sono sicuro, anche facendomi forza sulla lingua.
Ultimi metri
Via dei Calzaiuoli non finisce più. “Dai mancano 500 metri”, dopo poco “solo 200 metri” e dopo pochi secondi “dai ne mancano 300”. No vabbé può mancare quanto volete, ma arrivo. Ho camminato qualche tratto per pochi secondi negli ultimi km, ma ora non posso non sprintare, la gamba destra non va, da fuori penso vedano uno che zoppica (e invece era solo una mia impressione), mi dispiace sorpassare qualcuno, hanno sofferto tutti con me, ma lo faccio per tirare fuori le ultime briciole di energie (e poi di che posizioni stiamo parlando). Una gioia immensa, due ore prima pensavo fosse finita e ora ecco le braccia al cielo. Un gesto non pensato, naturale, come se volessi abbracciare tutti e me stesso, come dire “eccomi” ci sono anche io qui, all’arrivo.. Il tempo 4h23′, la posizione 5.872, ma ciò che conta, se ha senso metterci un “ma”, è essere finisher.
Mi appoggio ad una balaustra, piango, rido, non sento la stanchezza, sento solo la gioia. Un viaggio unico e splendido. Un Viaggio lungo 16 mesi 4 ore e 23 minuti. Un vaggio che mai come questa volta è una ripartenza.
|
Gli ultimi metri |
La compagnia Blu di Runner 451
C’è chi ha fatto il PB, chi è sceso di 26 minuti, chi di 10. In diversi hanno fatto la loro prima maratona, qualcuno ha fatto fatica, qualcuno è riuscito nel negative split, ma tutti siamo arrivati. Si, tutti siamo arrivati. Davvero bravi tutti, sono molto orgoglioso di loro!
E ora transizione e scarico, verso la prossima avventura!
Grazie a tutti per questi mesi e questa bellissima storia che non dimenticherò mai
|
L’ARRIVO |
Simone