LA MOTIVAZIONE SENZA OBIETTIVI

ripartire a correre dopo uno stop

La motivazione senza gare

Le parole che seguiranno nascono da una riflessione personale, che ho scritto ai runner che seguo nei loro allenamenti e a cui devo fare un plauso (ogni tanto tra diverse cazziate se lo meritano :-) ) perché stanno dando continuità alla loro passione, in un momento in cui non è facile. Ci sono cose più gravi, se non ci sono le gare ci sono motivi più grandi che fanno in modo che non ci siano e, per quanto mi manchino e ne possa risentire nella mia attività, lungi da me nel far polemica. Quando ci saranno torneremo a correre. Premetto anche che ci sono problemi più grandi di questo, ma è anche giusto dare spazio ad uno scazzo, ad una sensazione che può provocare frustrazione e poco mi interessa se sia giusto o meno, se provoca frustrazione lo fa. Allo stesso tempo è importante, perché poi uno dei motivi che ci porta a fare sport è il benessere, trovare un equilibrio e ricordarsi che la realtà è come è e non come vorremo che fosse (cit.).

Queste sono le parole che ho scritto ai “miei runner” e che ho pensato di scrivere anche qui, sperando possano essere utili a qualcuno.

<<Il tema della motivazione non è mai stato sentito come in questo momento in cui non sappiamo, se non qualche trail e qualche gara con regole diverse, che gare ci riserva il futuro. Anche se ad oggi ad ottobre è quasi tutto confermato (ma ogni giorno ci aspettiamo di vedere annunci di disdette).

La necessità di avere una sfida, un traguardo è diventato indispensabile negli ultimi secoli per l’essere umano, dopo millenni che le cose in realtà venivano quasi per caso, mossi dall’istinto più che della consapevolezza di cosa si facesse.

Stessa cosa nello sport. Premetto scrivo queste cose io che ho lo spirito competitivo anche nella fila al forno. Purtroppo da bambini in tante realtà sportive (non tutte) si predilige l’educazione sportiva come competizione, agonismo, prima di curare altri valori, tra cui (soprattutto nel nostro paese) il benessere, la cura di sé stessi, il rispetto, la convivenza ecc… con il risultato che si vedono tanti ragazzini che abbandonano gli sport perché per loro diventa un incubo frequentare la squadra, essere in panchina, oppure arrivare tra gli ultimi, quando ad una certa età non dovrebbe pesare. Spirito che spesso rovina anche quelli forti quando, quasi adulti, si rendono conto, quando il panorama competitivo si allarga, di trovare gente più forte di loro.

Poi c’è la corsa, la corsa spesso è una rivincita per tanti, soprattutto negli ultimi anni, ad ogni età. Non era così 30 anni fa, correvano solo quelli che andavano “forte”, era uno sport di “stranicchia”, gli ultimi in una Maratona erano poco sopra le 3h, per capirci.
Ora è diventato uno sport che abbraccia (per fortuna, anche se ci sono i puristi che se ne lamentano) tutti, lo sport per chi vuole stare bene, per chi vuole migliorarsi, per chi vuol far parte di un movimento accogliente e non selettivo. Questo non significa che non ci sia competizione, agonismo, sarebbe un delitto togliere una componente di questo tipo dallo sport. Allo stesso tempo dato che nessuno si gioca le Olimpiadi, la competizione, la necessità di arrivare al traguardo dovrebbe essere inserito in un contesto ragionevole di ricerca del benessere personale.
Chi ha iniziato a correre non lo ha fatto (tranne qualche caso) per fare un Personal Best, i motivi che hanno portato a correre sono per lo più:
• Chi voleva dimagrire
• Chi faceva uno sport e per diverse ragioni ha virato su uno sport più flessibile come la corsa
• Chi ad un certo punto ha capito che doveva fare qualcosa per se stesso/a
• Chi in famiglia aveva già chi correva
• Chi ha visto amici migliorare la propria vita con la corsa o con lo sport

Tutto questo per dire che allenarsi senza sapere quando ci sarà il momento di sfidarsi, di fare una gara non è certo facile. Uscire con il caldo e fare certi tipi di lavori diventa ancora più difficile, allenarsi senza gare non è facile. Siamo abituati a ragionare per progetti, per traguardi, è la nostra vita che è così, sempre. La gara è il momento in cui misurare se il lavoro su noi stessi sta dando i propri frutti. Allo stesso tempo ognuno di noi dovrebbe ripescare i motivi che lo hanno portato a correre soprattutto ricordarsi quanto ha sofferto senza corsa durante il lock down e ritrovare la gioia della corsa in quanto corsa. Sapendo bene che continuare a lavorare anche senza un obiettivo ben definito porterà ancora più frutti quando gli obiettivi ci saranno, perché ci saranno di nuovo. Ho visto gente fermarsi e fare tanta fatica a ripartire, ho visto chi non ha mollato allenandosi in modo alternativo essere quasi più in forma ora che prima del lock down. Ognuno conosce la propria situazione.

Senza dubbio fare le cose bene oggi ripagherà due volte domani.

Se ricevi questa mail è perché non hai mollato e non stai mollando e la ricevi perché io stesso so quanto possa essere difficile. Sono rimasto sorpreso e ovviamente felice del fatto che praticamente tutti avete continuato ad allenarvi al meglio, con più fatica in molti casi, ma non avete mollato e per questo vi faccio i miei complimenti e vi ringrazio per la fiducia riposta in Runner 451

Negli allenamenti sto tenendo conto di questa situazione, sto cercando di coniugare i carichi necessari con il divertimento della corsa. So che il lavoro che stiamo facendo ora ci ripagherà quando sarà il momento e so, purtroppo a mie spese (nel mio caso non voluto 3 anni fa di 10 mesi), quanto un periodo di stop possa pesare, soprattutto quando non si hanno più 20 anni.

Per inciso per me i vostri Personal Best o il raggiungimento di una vostro “sogno di corsa” sono una grande motivazione, ogni volta è come se lo facessi anche io.

Uno dei lati positivi è che ogni giorno che passa è un giorno in meno che manca alla prossima gara e un giorno in più in cui ci stiamo migliorando.

Detto ciò più che motivazione ora vorrei parlare di equilibrio, di lavoro su noi stessi, di voglia di migliorare, di prepararsi per quando conterà. Non è necessario avere una motivazione da paura per fare del bene a noi stessi.

Resto a disposizione e sempre al vostro fianco
Un abbraccio>>

Simone

#Runner451 #Runnerconsapevoliefelici

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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