Perché il 5° posto di Jacobs è da applausi ma non da celebrare

jacobs come è andato alle olimpiadi di Parigi

Marcell Jacobs 5° alla finale dei 100 metri delle Olimpiadi

9’85” è il tempo con cui Marcell Jacobs porta a casa il 5° posto alle Olimpiadi di Parigi. A meno che non foste su Marte, dovreste saperlo. Ero curioso di conoscere il sentimento generale dei tifosi italiani, tra chi segue l’atletica sempre, chi solo per le Olimpiadi e chi solo quando c’è da salire sul carro dei vincitori.

Devo dire che mi aspettavo molte più critiche, non perché Marcell Jacobs le meritasse, assolutamente no, ma perché i social ci hanno abituato così. Invece ho letto di tanti sostenitori del nostro velocista, che è e resterà sempre campione olimpico.

La puntata uscita del mio podcast R451 Speciale Parigi 2024, dopo 1 ora dalla finale dei 100 metri, si intitola “Delusi da Jacobs?” e potete ascoltarla qui di seguito (raccontiamo tutto il week end delle Olimpiadi da Paltrinieri, al tennis, a tanti altri aspetti).

Vorrei però ora condividere una riflessione a freddo sulla prestazione di Marcell Jacobs e di ieri sera, che senza togliere nulla all’ottimo tempo ottenuto, quinto in una delle finali più veloci e combattute di sempre, a pochi centesimi dal podio, non credo debba essere celebrata.

Marcell Jacobs è e resterà campione olimpico

Una medaglia olimpica è come un diamante, è per sempre. In una puntata di Storie di Runner 451, il podcast in cui raccontiamo storie insieme a Marco Raffaelli, abbiamo raccontato la storia di Jacobs e abbiamo evidenziato di come saremo sempre grati verso il nostro azzurro per averci regalato una vittoria che mai avremmo potuto pensare potesse accadere. La puntata se volete recuperarla la trovate qui.

Anche per questo non possiamo celebrare il 5° posto di Marcell Jacobs, per rispetto nei suoi confronti. I campioni gareggiano per vincere, non per partecipare. Ancora di più i velocisti, che hanno qualcosa di diverso dagli altri che li caratterizza. Affermare che sia stato un “risultato incredibile” significa non rendere merito alla sua grandezza.

Chi avrebbe scommesso in un tempo così di Marcell Jacobs?

Fino a pochi minuti dalla finale nessuno avrebbe scommesso su un tempo così. Il terzo tempo di sempre di Jacobs, dopo il 9’80” e il 9’84″di Tokyo. Sono stati 3 anni in cui molti lo hanno criticato, hanno buttato ombre sul suo successo (avversari compresi), anni difficili in cui da signor nessuno diventi campione olimpico, gestire una vita cambiata in cui la tua vita sportiva viene minata da troppi infortuni.

Tutti che giudicano la tua vita, subito ad additarti come “montato”, fino alle critiche per esserti andato ad allenare negli Stati Uniti, dove nessuno pensa quanto possa esserti costato stravolgere la tua vita e quella della tua famiglia (pensate alla vostra situazione personale e a fare un cambiamento del genere).

Molti, troppi si erano dimenticati di cosa ci aveva regalato Jacobs. Personalmente, lo ripeto, sarò sempre grato a Marcell per i 2 ori olimpici (il secondo in condivisione nella staffetta) ed ammetto con grande onestà, dopo aver visto le batteria,  pensavo non arrivasse nemmeno in finale.

L’unico che ci credeva davvero è stato proprio Jacobs, che ha ripetuto in questi mesi: “arriverò al top a Parigi”. Avevi ragione tu Marcell e ora voglio darti ragione anche quando dici “Ora ho 4 anni per migliorarmi, ma intanto pensiamo alla staffetta”. Per questo dobbiamo dirti: bravo, bravissimo, ma non dobbiamo celebrarti, accontentarci, perché nella pista di Parigi hai dimostrato di essere un campione senza se e senza ma. Celebrarti sarebbe un po’ come dire che non puoi tornare a vincere, che devi accontentarti.

Noi saremo sempre sul tuo carro a dirti bravo e ad aiutarti a fare sempre meglio. Non è obbligatorio vincere, ma è obbligatorio pensare che tu Marcell possa vincere ancora.

Ed in ogni caso, grazie.

Foto copertina: Erik van Leeuwen, GFDL <http://www.gnu.org/copyleft/fdl.html>, via Wikimedia Commons

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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