LA CRISI DI DO NASCIMENTO ALLA MARATONA DI NEW YORK COSA CI INSEGNA

Do Nascimento muro maratona

La crisi di Do Nascimento a New York

Do Nascimento è un runner molto giovane, ma con già un palmares interessante e non certo alla prima maratona. Dopo pochi km dalla partenza della maratona di New York, una maratona impegnativa dal punto di vista muscolare, ha deciso di staccare il gruppetto di testa e in poco tempo ha preso diversi minuti di vantaggio.

Questa scelta è stata pazzia o l’inizio di una cavalcata meravigliosa? So che sapete già la risposta, ma vediamo cosa è successo e cosa possiamo imparare.

Passaggio alla mezza della maratona di NYC in 1h0122″

Il passaggio alla mezza di Do Nascimento è sicuramente stato esaltante, ma poteva far presagire che, o Do Nascimento era il mago di Wanna Marchi o che stava effettivamente esagerando oppure che avevamo trovato l’uomo della maratona sotto le due ore, se corsi in un percorso più veloce della Grande Mela.

Purtroppo la sentenza è arrivata poco dopo.

Primi segnali, il bagno al 29° km

Al 29° km l’atleta brasiliano ha usufruito dei bagni chimici. Da dire che ha fatto un pit stop da record, in 20″ è entrato, espletato ed uscito. Può capitare che la corsa porti a necessità intestinali, ma i segnali che qualcosa non andasse c’erano tutti. Soprattutto pensando al passo che stava tenendo in un percorso nervoso come quello di New York.

32° km il crollo di Do Nascimento

Non è un caso che arrivati nel momento più duro di ogni Maratona, l’ultimo terzo di gara, sia arrivata la crisi. Con un passo quasi da mezza maratona o stupisci il mondo o la paghi e quando parti così troppo forte il conto è salato. Qui il muro Do Nascimento l’ha preso pieno in faccia. Come potete vedere nel video qui di seguito è barcollato crollando a terra (per fortuna senza conseguenze).

Gli inseguitori di Do Nascimento

Non abbiamo parlato con loro, ma alcuni segnali ci fanno capire che erano abbastanza tranquilli, sapendo che probabilmente Do Nascimento avrebbe pagato la sua fuga troppo anticipata e troppo veloce. Se poi il tentativo del brasiliano fosse stato un successo, il secondo non avrebbe certo sfigurato. Sarebbe stato bravo il primo, non scarsi quelli dopo. Sapevano anche che in un percorso nervoso, con molto caldo umido, l’unica cosa da fare era seguire la strategia di gara.

Così è stato e poco prima del 30° Chebet ha salutato i compagni di fuga e si è messo a caccia del brasiliano.

 

Cosa possiamo imparare dal caso di Do Nascimento?

Quello che possiamo imparare è ciò che ci diciamo spesso in queste pagine e nei video di Runner 451, come anche nel capitolo dedicato alla gestione della gara de “L’Equilibrio della Corsa”. Il fieno in cascina non funziona, mai. Partire più forte, molto più forte del proprio ritmo gara non paga mai. Il calo che si ha sul finale è quasi sempre maggiore di ciò che si è guadagnato in partenza, senza poi pensare alle condizioni fisiche che si possono avere o le brutte sensazioni che restano di una gara chiusa arrancando.

Da dire che Do Nascimento forse fa fatica ad apprendere questo concetto, dato che a Tokyo alle Olimpiadi ebbe un problema simile, crollando se non ricordo male al 25° km.

Se è un errore che fanno i professionisti allora siamo scusati anche noi?

Direi più che se è un errore che pagano anche i professionisti, quello di partire troppo forte, abbiamo una ragione in più per non farlo, perché se non riesce il loro fisico a gestire una situazione del genere, è plausibile che quello di un amatore farà ancora più fatica.

Come trovare il video maratona e come non sbagliarlo

Il ritmo maratona deve essere individuato, testato e allenato nel periodo specifico di preparazione. In questo video molto utile ti spiego come individuare il ritmo maratona e gli errori che ci portano a sbagliarlo, per non ripeterli più. Chissà se Do Nascimento abbia fatto gli stessi errori.

 

 

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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