CORRERE A SENSAZIONE

la corsa a sensazione

La corsa a sensazione

Correre a sensazione, cosa significa veramente correre a sensazione? La corsa a sensazione è teoricamente la seduta di allenamento più utilizzata nel mondo del running, almeno così sembra. “Oggi ho corso a sensazione” è una frase che si sente spesso, ma altrettanto spesso non si tratta di una reale corsa a sensazione, perché spesso la corsa a sensazione è una corsa “faccio come mi pare”. Più che una corsa a sensazione sarebbe corretto chiamarla “corsa libera”.

La corsa libera

Capiamoci, fare la corsa libera ogni tanto, oppure avere dei periodi liberi è utile, rigenera la mente, per chi si allena con metodo alla ricerca degli obiettivi. Come ci può stare che qualcuno scelga di correre in modo libero sempre, perché preferisce così. Allo stesso tempo se si vuole lavorare bene è da precisare che correre in modo libero sempre è più a rischio infortuni e sicuramente è meno facile migliorare.

La vera corsa a sensazione

Correre a sensazione presume una forte sensibilità, lo dice la parola. Significa saper interpretare una seduta prevista senza utilizzare strumenti, saper riconoscere il ritmo a cui si sta correndo, riconoscendo le sensazioni di fatica che si stanno provando.

La corsa a sensazione significa certamente anche liberarsi di ogni strumento di controllo e decidere di correre un certo tipo di seduta, ma poi essere capaci di correre quella seduta in quel modo. Ad esempio correre una corsa a bassa intensità, un lento rigenerante e correre effettivamente in Zona 1 o comunque ad un intensità molto bassa. Oppure una corsa a sensazione è correre il fartlek riuscendo però ad essere abbastanza preciso e costante nelle fasi veloci.

La corsa a sensazione non è correre così come viene, ma è decidere di fare un certo tipo di seduta e saperla interpretare ascoltando le reazioni del proprio corpo.

Misurare la corsa a sensazione

Sembra un controsenso, ma per imparare la corsa a sensazione è importante riuscire ad attribuire valori di impegno allo sforzo profuso. Io ad esempio con i miei atleti utilizzo la Scala Borg10 (che deriva dalla Scala di Borg) per valutare il carico interno, la sensazione di fatica provata nell’allenamento. Non è facile da usare una scala dello sforzo, ci vuole esperienza, bisogna esercitarsi e non aver paura di testare tutti i “gradini della fatica”.

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Correre a sensazione vs correre seguendo le sensazioni

Si comprende quindi che la corsa a sensazione è una corsa dove serve un’altissima sensibilità, dove bisogna sapersi ascoltare, dove serve molta esperienza. Seguire le sensazioni invece non è una corsa a sensazione, ma è una corsa libera così come viene, dove le gambe comandano sulla testa.

Altra cosa è correre seguendo le sensazioni di sforzo, di respirazione più o meno impegnata, metodo molto utile ad inizio del percorso come runner, ma dove è importante continuare a testarsi e confrontarsi, perché è molto facile confondere la corsa facile con quella moderatamente impegnata o non correre davvero veloce come si dovrebbe in alcuni lavori (esempio dei fondo medio con respirazione impegnata).

Corro a sensazione perché ascolto il mio corpo

So che alcuni stanno pensando a questa cosa, corro a sensazione perché ascoltare il proprio corpo è la cosa migliore. Ma anche per ascoltare il proprio corpo ci vuole molta esperienza, conoscersi come runner servono anni e anni di lavoro e saper tradurre o interpretare messaggi sbagliati (a volte per autodifesa) che non il nostro corpo, ma il nostro cervello ci invia.

Vi capita mai di non aver voglia di allenarvi, poi uscite e tornati dalla corsa state meglio di prima? L’allenamento metodico rispetto alla corsa a sensazione a volte prevede sedute che non si hanno voglia di fare, ma perché un buon piano di allenamento ha dei momenti complicati voluti, delle difficoltà da ricercare e superare.

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La corsa a sensazione in conclusione

Correre liberamente a volte è utile, necessario, soprattutto per un fattore di rigenerazione mentale. Ma la vera corsa a sensazione è un’altra cosa, serve una forte sensibilità, quella che ti permette di fare un 10 per 1000 tutti identici senza guardare l’orologio se non alla fine, che ti permette di fare un variato dove alternare dei km che variano di pochi secondi a km, una sensibilità in cui quando si decide di fare una seduta a sensazione sapendo qual è l’obiettivo della seduta e che puntualmente si esegue al meglio.

Quello che possiamo fare è testarci in ogni condizione, imparare ad ascoltarci, non fissarci che non siamo capaci di fare qualcosa, ma lavorare fuori dalle zone di comfort e sviluppare la nostra sensibilità, capire realmente cosa stiamo facendo, “pulendo” le sensazioni della corsa da convinzioni, muri, fatiche che non c’entrano con la corsa e diventando dei metronomi naturali.

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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